Palmira, urbe distrutta, testimone di bellezza infinita ed eterna, rinasce dal genio e dalle mani di Gennaro Avallone per Verolino Contemporary. L’eclettico artista e designer dal cuore artigiano si cimenta per la prima volta con il linguaggio tessile, remoto idioma di cui la galleria modenese suggerisce un’attualità da declinare in suggestioni sempre inedite e sorprendenti.
Kilim, vello e sumak, tre tecniche combinate insieme per dar vita a disegni unici con differente personalità e dimensione. Il Kilim, con la sua “trama forte”, più pesante del consueto, è la struttura portante, mentre il vello, tinto con un processo multi dyeing, crea un movimento organico di sfumature naturali che, grazie alla resistenza del sumak viene tradotto in un pattern ogni volta inedito. (ndr. Il sumak, con le trame attorcigliate all’ordito, vanta dritto e rovescio quindi, contrariamente al kilim, non è reversibile)
Nella collezione Palmira è proprio l’attenzione al particolare a segnare la differenza.
Nel suo laboratorio si respira l’aria di un’officina che non dorme mai. Il principio fu lo stucco, con le sue molteplici lavorazioni, coerenti ma inaspettate perché sempre diverse e sorprendenti. Dalla iuta al legno e poi fino alla terracotta gli immobili materiali sono in continua trasformazione grazie all’artista che dona loro vita sotto forma di espressione. Oggi, Gennaro Avallone, forte dell’abilità di svelare l’intimo dei materiali, mostra con un manufatto tessile la trama di una vecchia storia da non dimenticare.